Bem-aventurado aquele que lê, e os que ouvem as palavras desta profecia, e guardam as coisas que nela estão escritas porque o tempo está próximo. Apocalipse 1.3.
«Il re Nebukadnetsar a tutti i popoli, a tutte le nazioni e lingue, che abitano su tutta la terra: La vostra pace sia grande.
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Mi è sembrato bene di far conoscere i segni e i prodigi che il Dio Altissimo ha fatto per me.
3
Quanto grandi sono i suoi segni e quanto potenti i suoi prodigi! Il suo regno è un regno eterno e il suo dominio dura di generazione in generazione.
4
Io, Nebukadnetsar, ero tranquillo in casa mia e fiorente nel mio palazzo.
5
Feci un sogno che mi spaventò; i pensieri che ebbi sul mio letto e le visioni della mia mente mi terrorizzarono.
6
Cosí diedi ordine di condurre davanti a me tutti i savi di Babilonia, perché mi facessero conoscere l'interpretazione del sogno.
7
Allora vennero i maghi, gli astrologi, i Caldei e gli indovini, ai quali raccontai il sogno, ma essi non poterono farmi conoscere la sua interpretazione.
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Infine si presentò davanti a me Daniele, chiamato Beltshatsar dal nome del mio dio, e in cui è lo spirito degli dèi santi, e io gli raccontai il sogno:
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Beltshatsar, capo dei maghi, poiché io so che io spirito degli dèi santi è in te e che nessun segreto ti preoccupa, raccontami le visioni del mio sogno che ho fatto e la sua interpretazione.
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Le visioni della mia mente mentre ero sul mio letto sono queste: Io guardavo, ed ecco un albero in mezzo alla terra, la cui altezza era grande.
11
L'albero crebbe e divenne forte; la sua cima giungeva al cielo e si poteva vedere dalle estremità di tutta la terra.
12
Il suo fogliame era bello, il suo frutto abbondante e in esso c'era cibo per tutti; sotto di esso trovavano ombra le bestie dei campi, gli uccelli del cielo dimoravano fra i suoi rami e da lui prendeva cibo ogni essere vivente.
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Mentre sul mio letto osservavo le visioni della mia mente, ecco un guardiano, un santo, scese dal cielo,
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gridò con forza e disse cosí: "Tagliate l'albero e troncate i suoi rami, scuotete le sue foglie e disperdetene i frutti; fuggano gli animali di sotto a lui e gli uccelli di tra i suoi rami.
15
Lasciate però nella terra il ceppo delle sue radici, legato con catene di ferro e di bronzo fra l'erba dei campi. Sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia con gli animali la sua parte d'erba della terra.
16
Il suo cuore sia cambiato, e invece di un cuore d'uomo gli sia dato un cuore di bestia e passino su di lui sette tempi.
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La cosa è decretata dai guardiani e la sentenza viene dalla parola dei santi perché i viventi sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini, egli lo dà a chi vuole e vi innalza l'infimo degli uomini"
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Questo è il sogno che io, re Nebukadnetsar, ho fatto. Ora tu, Beltshatsar, danne l'interpretazione, perché nessuno dei savi del mio regno è in grado di farmi conoscere l'interpretazione ma tu lo puoi, perché lo spirito degli dèi santi è in te».
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Allora Daniele, il cui nome è Beltshatsar, rimase per un momento spaventato e i suoi pensieri lo turbavano. Il re prese a dire: «Beltshatsar, non ti turbino né il sogno né la sua interpretazione». Beltshatsar rispose e disse: «Signor mio, il sogno si avveri per i tuoi nemici e la sua interpretazione per i tuoi avversari.
20
L'albero che tu hai visto, che era divenuto grande e forte, la cui cima giungeva al cielo e si vedeva da tutte le parti della terra,
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il cui fogliame era bello, il frutto abbondante, in cui c'era cibo per tutti, sotto il quale dimoravano le bestie dei campi e sui cui rami facevano il nido gli uccelli del cielo,
22
sei tu, o re, che sei diventato grande e forte; la tua grandezza è cresciuta ed è giunta fino al cielo e il tuo dominio fino alle estremità della terra.
23
Quanto poi al guardiano, un santo, che il re ha visto scendere dal cielo e dire: "Tagliate l'albero e distruggetelo, ma lasciate nella terra il ceppo delle radici, legato con catene di ferro e di bronzo fra l'erba dei campi. Sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia la sua parte con le bestie dei campi finché siano passati su di lui sette tempi".
24
Questa è l'interpretazione, o re; questo è il decreto dell'Altissimo, che è stato emanato riguardo al re mio signore;
25
tu sarai scacciato in mezzo agli uomini e la tua dimora sarà con le bestie dei campi; ti sarà data da mangiare erba come ai buoi e sarai bagnato dalla rugiada dal cielo; passeranno su di te sette tempi, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole.
26
Quanto poi all'ordine di lasciare il ceppo delle radici dell'albero, ciò significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, dopo che avrai riconosciuto, che è il cielo che domina.
27
Perciò, o re, gradisci il mio consiglio: poni fine ai tuoi peccati praticando la giustizia e alle tue iniquità usando misericordia verso i poveri, forse la tua prosperità sarà prolungata».
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Tutto questo avvenne al re Nebukadnetsar.
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Dodici mesi dopo, mentre passeggiava sul palazzo reale di Babilonia,
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il re prese a dire: «Non è questa la grande Babilonia, che io ho costruito come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?».
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Queste parole erano ancora in bocca al re, quando una voce discese dal cielo: «A te, o re Nebukadnetsar, si dichiara: il tuo regno ti è tolto;
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tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e la tua dimora sarà con le bestie dei campi; ti sarà data da mangiare erba come i buoi e passeranno su di te sette tempi, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole».
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In quello stesso momento la parola riguardante Nebukadnetsar si adempì. Egli fu scacciato di mezzo agli uomini mangiò l'erba come i buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché i suoi capelli crebbero come le penne delle aquile e le sue unghie come gli artigli degli uccelli.
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«Alla fine di quel tempo, io Nebukadnetsar alzai gli occhi al cielo e la mia ragione ritornò, benedissi l'Altissimo e lodai e glorificai colui che vive in eterno il cui dominio è un dominio eterno e il cui regno dura di generazione in generazione.
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Tutti gli abitanti della terra davanti a lui sono considerati come un nulla egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra. Nessuno può fermare la sua mano o dirgli "Che cosa fai?".
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In quello stesso tempo mi ritornò la ragione, e per la gloria del mio regno mi furono restituiti la mia maestà e il mio splendore. I miei consiglieri e i miei grandi mi cercarono, e io fui ristabilito nel mio regno e la mia grandezza fu enormemente accresciuta.
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Ora, io Nebukadnetsar lodo, esalto e glorifico il Re del cielo, perché tutte le sue opere sono verità e le sue vie giustizia; egli ha il potere di umiliare quelli che camminano superbamente».